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martedì 15 febbraio 2011

QUALE IMMAGINE PER LE DONNE ?

Quando si tratta di dare la maggior importanza possibile al ruolo delle donne nella società moderna, noi siamo sicuramente d’accordo: imprenditrici, parlamentari, libere professioniste, operaie, religiose, insegnanti ma soprattutto mamme e mogli esaltano, con la loro sensibilità e capacità, i settori della società in cui si esprimono e sono spesso sia stimolo che metro di paragone per gli uomini. Quando le buoniste e smemorate appartenenti a certi comitati di difesa della dignità femminile affermano: “questa ricca e varia esperienza di vita è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicità, e ciò non è più tollerabile” hanno perfettamente ragione; troppe persone speculano e sfruttano economicamente questa immagine distorta della donna. E’ intollerabile invece che si riconduca l’immagine decadente dell’universo donna alle azioni della singola persona, più o meno importante, che viene identificata come il demone, l’untore della società moderna. Voglio sottolineare che queste signore, dei comitati, sono poi le stesse che osteggiano la lotta alla prostituzione o, perlomeno, alla sua regolamentazione nel nome della libertà della donna.
Ma queste ex sessantottine, promotrici della autodeterminazione della donna, che hanno fatto della libertà sessuale l’emblema della rivalutazione e rivalsa, più che giustificata, della donna sull’uomo (erano loro che usavano lo slogan: “l’utero è mio e me lo gestisco io”) dimenticano troppo facilmente i ruoli che le donne, e molte non erano certo puritane, hanno avuto, da che mondo è mondo, nelle fortune e nelle disgrazie di re, imperatori, monarchi, dittatori, statisti fino al più semplice padre di famiglia; e adesso vogliono far credere, solo per odio politico e per crisi di astinenza dal potere, che tutte le colpe sono di Berlusconi? Credo che, anziché valorizzarle, stiano mettendo in discussione l’intelligenza stessa delle donne promuovendo manifestazioni che sono solo politiche e che non possono avere nessun significato moralizzatore: rileggete la storia, i giornali e le cronache parlamentari per ricordare come il PCI, e poi le sue successive riedizioni, usasse, nel senso spregiativo, le donne. Quante amanti o segretarie particolari sono passate nel parlamento italiano o in tutte le sue emanazioni? Negli anni della rivoluzione femminista e della guerra nel Vietnam, queste stesse signore usavano gridare: “facciamo l’amore e non la guerra”; perché ora hanno cambiato idea? Lottare per degli ideali è giustificato, stravolgere la realtà e la storia è inqualificabile.

Andrea Zorandi
Segretario sezione di Parma della Lega Nord

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